Le amputazioni degli arti inferiori sono nella maggioranza dei casi di origine vascolare, essendone il diabete la causa principale. Riguardano soggetti anziani spesso con più patologie. L’obiettivo consiste nel promuovere la guarigione e preservare il massimo di autonomia. Le amputazioni traumatiche rappresentano la seconda causa più comune. Spesso coinvolgono soggetti giovani con un’alta richiesta funzionale. A causa dei diversi problemi funzionali, si possono distinguere due tipi di amputazioni: amputazioni situate a livello del piede e amputazioni maggiori situate a un livello più prossimale. Qualunque sia il loro livello, le amputazioni degli arti inferiori obbediscono agli stessi imperativi tecnici: ottenere un moncone sensibile con una buona troficità, prevenire neuromi dolenti e rigidità articolare. In questo capitolo vengono trattate le specificità tecniche per ogni livello di lesione, dall’amputazione interfalangea distale all’amputazione transpelvica. Quando si verificano nel contesto di un trauma ad alta energia, le amputazioni maggiori possono richiedere l’uso di tattiche chirurgiche sequenziali, note come damage control (controllo del danno). La riabilitazione dei pazienti amputati agli arti inferiori si è evoluta grazie ai progressi tecnologici e alle innovazioni nel campo dei dispositivi ortopedici che hanno permesso lo sviluppo di protesi altamente funzionali. Inoltre, sono state recentemente sviluppate tecniche chirurgiche per ottimizzare l’adattamento, come l’osteo-integrazione. Queste particolari procedure sono ancora inaccessibili alla maggior parte dei paesi in via di sviluppo, dove è necessario prendere in considerazione altre strategie.