Tumori ossei maligni del femore prossimale: exeresi e ricostruzioni

V. Cladière-Nassif P. Anract A. Babinet D. Biau

Il femore prossimale può essere la sede di un tumore osseo maligno primitivo o, più frequentemente, di una metastasi. Il trattamento chirurgico può essere palliativo o curativo; in quest’ultimo caso, prevede due tappe: la resezione del tumore che ha uno scopo oncologico, e la ricostruzione dell’osso e dei tessuti molli che ha uno scopo funzionale. L’exeresi deve essere estesa, con sufficienti margini di resezione (nell’osso e nei tessuti molli), poiché il trattamento è curativo. In caso di invasione delle articolazioni, l’exeresi deve essere extrarticolare, rimuovendo in blocco l’articolazione coxofemorale, per garantire dei margini di resezione sani. Il trattamento chirurgico delle metastasi è indicato essenzialmente in caso di frattura patologica o di lesione pre-fratturativa. La chirurgia consiste quindi, più spesso, in un’exeresi intralesionale che mira a ridurre il volume del tumore, associata a una ricostruzione per assicurare una buona stabilità meccanica. La ricostruzione può avvenire secondo diverse modalità. La ricostruzione del femore prossimale può avvenire tramite protesi composita o protesi massiva che può essere modulare o su misura. Uno stelo femorale standard, corto o lungo, può essere utilizzato per le lesioni di piccola taglia limitate all’epifisi e al collo del femore così come per il trattamento palliativo delle metastasi femorali prossimali. La ricostruzione dell’articolazione viene assicurata da un’emiartroplastica con protesi provvisoria o, talvolta, protesi totale dell’anca.

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