Il femore prossimale può essere la sede di un tumore osseo maligno primitivo o, più frequentemente, di una metastasi. Il trattamento chirurgico può essere palliativo o curativo; in quest’ultimo caso, prevede due tappe: la resezione del tumore che ha uno scopo oncologico, e la ricostruzione dell’osso e dei tessuti molli che ha uno scopo funzionale. L’exeresi deve essere estesa, con sufficienti margini di resezione (nell’osso e nei tessuti molli), poiché il trattamento è curativo. In caso di invasione delle articolazioni, l’exeresi deve essere extrarticolare, rimuovendo in blocco l’articolazione coxofemorale, per garantire dei margini di resezione sani. Il trattamento chirurgico delle metastasi è indicato essenzialmente in caso di frattura patologica o di lesione pre-fratturativa. La chirurgia consiste quindi, più spesso, in un’exeresi intralesionale che mira a ridurre il volume del tumore, associata a una ricostruzione per assicurare una buona stabilità meccanica. La ricostruzione può avvenire secondo diverse modalità. La ricostruzione del femore prossimale può avvenire tramite protesi composita o protesi massiva che può essere modulare o su misura. Uno stelo femorale standard, corto o lungo, può essere utilizzato per le lesioni di piccola taglia limitate all’epifisi e al collo del femore così come per il trattamento palliativo delle metastasi femorali prossimali. La ricostruzione dell’articolazione viene assicurata da un’emiartroplastica con protesi provvisoria o, talvolta, protesi totale dell’anca.