– I risultati e l’aumento della durata delle artroplastiche totali dell’anca hanno diminuito notevolmente il ricorso all’artrodesi, alla resezione e all’artroplastica trocantero-iliaca sull’anca nativa. Queste possibilità terapeutiche devono tuttavia sempre essere suggerite ai soggetti giovani considerato il futuro incerto delle protesi dell’anca a lunghissimo termine. Tali tecniche sono principalmente indicate in caso di: fallimenti post-traumatici oppure artroplastica senza possibile ricorso a una revisione della protesi per motivi meccanici (grave distruzione articolare, deficit di tessuto osseo, disturbi neurologici o muscolari), medici (significativo rischio anestesiologico) o infettivi. Infine, questa chirurgia mantiene un campo di attualità per le categorie di pazienti per cui l’artroplastica comporta una controindicazione relativa o un rapporto beneficio-rischio sfavorevole all’artroplastica: si tratta di pazienti neuro-ortopedici ai quali la resezione o l’artroplastica trocantero-iliaca dell’anca permette di liberare un settore di mobilità, pazienti ad alto rischio settico o con ridotta richiesta funzionale.