Le rigidità del gomito costituiscono un disturbo molto frequente. L’eziologia e i meccanismi fisiopatologici ne determinano il trattamento e la prognosi. Esse rappresentano la complicanza più frequente legata ai traumi del gomito. Tali rigidità possono, tuttavia, risultare anche da un’artrosi primaria o presentarsi come fattore iniziale di un’artrite infiammatoria. Le rigidità possono comparire, inoltre, in seguito a una prolungata immobilizzazione, un’ustione o un trauma cranico. L’obiettivo terapeutico si basa sulla loro prevenzione. Appurata la presenza di questa complicanza, è essenziale una diagnosi accurata e completa, per offrire al paziente la terapia più adatta al suo specifico tipo di rigidità. A volte il trattamento non chirurgico dà buoni risultati, se la rigidità è recente; la sua efficacia è tuttavia poco prevedibile. In caso di insuccesso del trattamento non chirurgico, si può proporre un’artrolisi artroscopica o convenzionale, se la cartilagine è intatta. In presenza, invece, di danno articolare esteso, si dovrà considerare un’artroplastica d’interposizione, o l’impianto di una protesi totale del gomito.