Le osteotomie dei metatarsi costituiscono uno dei trattamenti prescelti per metatarsalgie e patologie del
quinto raggio a seguito del fallimento del trattamento medico. Esse autorizzano spostamenti potenzialmente tridimensionali
del frammento distale capitale, modificando così l'appoggio della testa metatarsale, al prezzo di una possibile
ripercussione sui metatarsi adiacenti. Effettuare una o diverse osteotomie metatarsali laterali espone quindi a due difficoltà:
ottenere una stabilità sufficiente per mantenere la correzione desiderata e rispettare l'arco anteriore delle teste
metatarsali sui piani coronale e sagittale. In generale, più un intervento è prossimale e meno è stabile. D'altro canto, le
osteotomie orientate da dorsale-distale a plantare-prossimale sono più stabili rispetto a quelle che sono verticali o perpendicolari
all'asse del metatarso, o a quelle orientate da plantare-prossimale verso dorsale-distale. In funzione della sua
posizione sul metatarso (distale, diafisario, prossimale) e della sua realizzazione tecnica (osteosintesi o meno), ogni
osteotomia ha delle caratteristiche meccaniche (stabilità primaria), delle possibilità di correzione (accorciamento, sollevamento,
traslazione o rotazione) e quindi delle diverse indicazioni. L'introduzione più recente della chirurgia percutanea
come strumento chirurgico costituisce sempre un problema poiché esiste un paradosso fra un ampio utilizzo sui raggi
laterali con risultati clinici molto buoni o eccellenti riportati regolarmente e la mancanza di letteratura in materia. A
proposito delle patologie del quinto raggio, invece, le tecniche percutanee sembrano avere molteplici vantaggi rispetto
alla chirurgia più convenzionale.