A parte le diverse tecniche di Ilizarov, il trapianto di perone libero vascolarizzato sembra essere l'unico metodo in grado di consentire un livello quasi ottimale di funzionalità dell'arto inferiore. Il tempo di guarigione è breve e la morbilità è bassa; se l'intervento viene effettuato precocemente, l'ipertrofia del perone trapiantato consentirà di raggiungere
dimensioni normali.
Si tratta di una procedura chirurgica tecnicamente impegnativa, in cui è
necessario attenersi a un rigido protocollo per evitare reinterventi dovuti
a consolidazione ritardata, fratture, insufficiente correzione di deformità
o dismetria degli arti inferiori:
- due èquipe chirurgiche
che operano contemporaneamente;
- resezione totale di tutti i tessuti anomali;
- corretto allineamento della tibia e del perone;
- fissazione stabile con fissatore esterno fino a guarigione (3-4 mesi);
- trapianto osseo precoce in caso di ritardo di consolidazione;
- concessione precoce del carico;
- protezione dell'arto inferiore in un tutore fino a maturità
scheletrica o a sufficiente ipertrofia del perone;
- inchiodamento endomidollare in successivi interventi chirurgici;
- ricostruzione del difetto peroneale in entrambi gli arti, dal lato donatore
nell'intervento primario con innesto osteoperiostale tubulizzato dalla tibia e dal lato affetto con innesti ossei come procedura secondaria.
I risultati sono migliori e più precoci se il trapianto vascolare libero
viene effettuato come intervento primario in epoca
infantile.
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