Il femore, lo scheletro della coscia, è superficiale soltanto alle due
estremità. L'approccio usato più comunemente è quello posterolaterale
in quanto consente di preservare i muscoli, i nervi e i vasi della coscia nel
miglior modo possibile. In traumatologia, questo approccio trova impiego per
l'osteosintesi di fratture recenti o per problemi di consolidazione, oltre che
per la chirurgia settica o neoplastica. Questo approccio permette di avere accesso
a tutta la lunghezza del femore, di rispettare l'apparato estensore del ginocchio
e di non esporre il nervo sciatico a danni chirurgici. Una sua estensione prossimale
o distale dà accesso alle zone metafisaria-diafisaria o metafisaria-epifisaria.
L'approccio posteromediale, usato di rado, è simmetrico a quello posterolaterale.
Di solito, viene usato per raggiungere la parte distale del femore dal lato
mediale, ma può essere utile anche per controllare la vascolarizzazione
in caso di reintervento. Infine, l'approccio posteriore permette di accedere
contemporaneamente alla diafisi femorale e al nervo sciatico per tutta la sua
lunghezza. In alcuni casi di pseudoartrosi settica, questo approccio permette
di usare un innesto osseo che può essere isolato dalla zona settica.
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