Mielopatia spondilotica cervicale

E. Hoffmann, G. Lavelle, P. Guigui

L'evoluzione osteoartrosica della colonna cervicale, o spondilosi cervicale, è
la più frequente causa di mielopatia cervicale in persone di età
superiore ai 55 anni. Le lesioni sono rappresentate principalmente da degenerazione
discale e osteofitosi, con tipica instabilità e retrolistesi durante l'estensione o con erniazione dei dischi non calcificati. Da un punto di
vista terapeutico, il decorso della mielopatia osteoartrosica può essere
fermato efficacemente dal trattamento chirurgico, mentre la progressione di altri
tipi di mielopatia tende a essere inarrestabile. È preferibile un intervento
chirurgico tempestivo, per il possibile sviluppo di lesioni midollari irreversibili. Le
alterazioni si manifestano con una stenosi, soprattutto nella parte anteriore. Questo
spiega perché le corrispondenti procedure di decompressione necessitino
più spesso di un approccio anteriore. Nella nostra unità, la decompressione
anteriore rappresenta la tecnica elettiva per queste indicazioni. Nei casi di
stenosi focale, relativamente rari, la tecnica idonea rimane la decompressione
con accesso transdiscale e stabilizzazione con artrodesi intervertebrale. In
caso di maggiore restringimento del canale midollare, è preferibile eseguire
una corporectomia a livelli multipli per liberare le zone compromesse. Nella
pianificazione di un intervento chirurgico, è sempre importante valutare
il contributo alla stenosi delle strutture arcali posteriori, in quanto le strutture
posteriori spesso sono coinvolte nel meccanismo fisiopatologico della compressione. In
una compressione molto estesa del midollo cervicale, un approccio posteriore
permette di raggiungere un maggior numero di livelli, in particolare la giunzione
cervicotoracica. Per la stenosi spondilotica multipla, in pazienti che hanno conservato
la lordosi cervicale, e per la compressione da ipertrofia del legamento giallo, si
deve utilizzare la decompressione posteriore, da sola o in combinazione con la
decompressione anteriore. Per limitare il rischio di destabilizzazione, talvolta
è necessario eseguire un'osteosintesi posteriore dopo la decompressione. Per
prevenire lo sviluppo di cifosi cervicale, ben nota complicanza della laminectomia
isolata, alcuni Autori giapponesi hanno proposto tecniche definite "laminoplastiche",
caratterizzate dall'allargamento del canale cervicale senza resezione
degli archi posteriori. Quando la compressione midollare è circonferenziale, si
rende necessaria una decompressione posteriore associata a una anteriore. In
questi casi s'inizia con la decompressione posteriore e la stabilizzazione
con osteosintesi. La fase di decompressione anteriore viene eseguita durante
lo

stesso tempo chirurgico.


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